Riparte a Trieste la raccolta firme per la candidatura Unesco del “Rito del caffè espresso”

“È un’occasione che non ci possiamo permettere di perdere – sostiene Franco Bazzara, imprenditore della storica e omonima torrefazione sita nel cuore della città e in prima linea a sostegno della candidatura – e Trieste, capitale del caffè, farà la sua parte perché la nostra città, questo territorio, è polo scientifico, è mare, è Barcolana, ma è anche caffè. E il caffè contribuirà al futuro sviluppo della città, alla sua crescita, senza scordare che il caffè contribuisce anche alla crescita turistica”

Socialità, solidarietà, uguaglianza, identità, universalità, inclusività, tradizione, ritualità, creatività e sostenibilità: sono questi i punti del decalogo della Carta dei Valori che, da nord a sud Italia, rappresentano il Rito del caffè espresso italiano e che le Comunità emblematiche, di cui l’Associazione Caffè Trieste è capofila per il nostro territorio, hanno sottoscritto lo scorso 26 marzo a Roma al Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali con una raccolta firme a favore della candidatura del rito del caffè espresso a patrimonio immateriale dell’Unesco.

La candidatura dell’espresso italiano quale patrimonio dell’Unesco ha visto sin dall’inizio, anche per l’amicizia che lega l’azienda al Conte Giorgio Caballini di Sassoferrato, promotore dell’evento, un grande supporto e coinvolgimento da parte della Bazzara. Il progetto non si ferma e dopo lo scorso anno la decisione è quella di riprovarci, ripresentando la candidatura. Ricordiamo infatti che ogni giorno si consumano 9,3 milioni di caffè a testimonianza del rito del caffè espresso italiano.

Franco Bazzara, riportando una riflessione che riguarda in particolare Trieste ma che forse dovrebbe rivolgersi a tutte le comunità emblematiche italiane, afferma a tal proposito che anche in questo senso gioca un ruolo fondamentale la formazione:

“Hai un bar? Spiega cosa c’è dentro la tua miscela e da dove arriva. Sei un torrefattore? Manda articoli sul caffè ai media della tua città e così via. Quindi, che fare? Noi in questi mesi ci siamo messi in prima fila, credendoci, suggerendo varie possibilità che una importante città di caffè come Trieste può sviluppare: creare la giornata dove anziani, giovani e non solo possono degustare un caffè gratis. Istituire un corso per insegnare al futuro della nostra città, i giovani, e non solo come si fa un espresso o un cappuccino ma molto più importante, cos’ è il caffè, perché il caffè lucida la mente e può aiutarti a creare un interessante futuro come occupazione”.

“Ma ancora – continua Franco Bazzara – aiutando la nostra importante fiera internazionale che si terrà per la sua undicesima edizione in città, la ‘TriestEspresso Expo’. E perché no, mettendo il simbolo del caffè, una tazza, nei pressi dell’entrata nella città. Certo, bisogna crederci, e ci dobbiamo credere tutti, media ed istituzioni comprese”.

“Sicuramente viviamo momenti difficili, pieni di preoccupazioni, ma una sorta di stati generali legati al caffè, tradotto ‘fare rete’ (cosa che ad oggi manca), darebbe maggior slancio a un comparto che come riportato più volte dalla nostra azienda potrebbe portare solo benefici alla nostra città, come per esempio, il nostro evento il Trieste Coffee Experts, biennale, previsto quest’anno a fine novembre, che unisce una 50ina tra le menti più brillanti dell’Italia del caffè, presso la nostra sede di via Battisti da un decennio oramai, per diffondere la bellezza, la forza della nostra città, non solo in Italia ma pure all’estero” conclude Franco Bazzara.

Naturalmente chiunque può dare il proprio contributo: parlando della Trieste come “Città del caffè”, tutti i cittadini sono invitati a cliccare al seguente link e supportare la candidatura del nostro amato espresso come patrimonio immateriale dell’umanità presso Unesco. Qui il link: https://www.ritodelcaffe.it.